Il lavoro del futuro? É la sarta!
Tra scampoli e fili, i dipendenti della Sartoria É ci raccontano le loro storie e perchè i giovani dovrebbero appassionarsi a questo mestiere.
Il lavoro del futuro? È la sarta. Ce lo raccontano le dipendenti della Sartoria È, creata dalla cooperativa sociale Emmaus, che da poco ha inaugurato la nuova sede in via Ansaldi.
Tra fili, macchine per cucire, tavoli da taglio e tessuti pregiati lavorano dieci persone, otto donne e due uomini, che hanno la passione per un lavoro che ormai sta scomparendo e per cui invece c’è molta richiesta.
La cooperativa
“È un lavoro molto complicato, per cui non basta essere capaci, ma ci vuole una propensione naturale, una vera e propria passione”. A parlare è Giuseppe Ruga, responsabile della sartoria. “Ho lavorato 40 anni nel tessile e so cosa vuol dire questo lavoro: è un mestiere che sta andando perso. Purtroppo la delocalizzazione delle aziende ha fatto sì che molta produzione si spostasse verso l’estero, con costi minori, ma con una qualità che è nettamente inferiore all’artigianato italiano. La conseguenza è che abbiamo perso una generazione di sarte. Noi lavoriamo con marchi del calibro di Versace, Missoni, Dolce e Gabbana e non solo: la qualità della lavorazione è tutto”. “Prima di arrivare qui nei nuovi locali – prosegue Ruga – abbiamo iniziato in un container dell’ex Campo Tav, ma è solo da quando siamo qui che siamo davvero operativi: abbiamo l’ambizione di una vera sartoria di un certo livello e ci stiamo riuscendo. Il progetto per i prossimi anni è crescere, ma non è semplice: spesso è difficile trovare sarti capaci”.
La parola alle sarte
Che la sartoria sia una passione ce lo raccontano anche i dipendenti della Sartoria È, che lavorano otto ore al giorno impegnati a tagliare, cucire e confezionare abiti di altissima qualità. “Sono cresciuta in una famiglia di sarte – ci racconta Yvonne – così ho deciso di fare un corso. Mi è sempre piaciuto questo lavoro: è faticoso ma dà tanta soddisfazione”. “Io sono diplomata geometra – spiega sorridendo Mary – ma dopo qualche anno di lavoro ho capito che la mia vera passione era questa, visto che fin da piccola vedevo mia nonna cucire”. “Ho fatto la sarta per 10 anni – dice Luisa – poi ho cambiato tanti lavori e per anni ho fatto altro. Quando mi si è presentata questa occasione sono tornata alla sartoria: è un lavoro difficile, in cui non si smette mai di imparare”. “Io volevo studiare medicina, ma poi ho fatto una scuola professionale: ci volevano troppi anni per diventare medico – dice ridendo Marina – così mi sono appassionata alla sartoria”. “Non avevo un lavoro e mentre i miei due bambini erano a scuola non avevo niente da fare – racconta Soumia – ho iniziato quasi per gioco a fare un corso di sartoria. Non avrei mai pensato che sarebbe potuto diventare il mio lavoro, quando portavo il curriculum chiedevo sempre per lavori nelle imprese di pulizie: sono straniera e spesso sono questi i lavori che si trovano. Invece poi ho iniziato qui alla sartoria e sono felicissima”. “Fin da piccola mi piaceva il lavoro della sarta – dice Maria – così ho fatto dei corsi, ma non ho mai lavorato. Ora che i figli sono grandi ho deciso di rimettermi in gioco e mi trovo benissimo qui”. A confermare che la sarta è un lavoro che sta sparendo è anche Giusy, che ci spiega che “le ragazze di oggi vogliono fare tutte le stiliste, Anche quando fanno un corso di sartoria puntano poi a disegnare abiti, non a realizzarli. Invece è un lavoro bellissimo, crei un vestito dal nulla, con una soddisfazione veramente enorme”.
Non è un lavoro solo per donne
Alla Sartoria È lavorando anche due uomini: sono Martino e Hazim, entrambi addetti al taglio, che deve essere assolutamente preciso per permettere la realizzazione degli abiti. “Prima facevo il metalmeccanico, sempre per la cooperativa Emmaus – dice Martino – poi sono passato a fare questo lavoro e mi trovo molto bene”. Hazim invece viene dal Marocco e ci racconta di essere cresciuto in mezzo a fili e scampoli. “Mia mamma era sarta – dice – io ho frequentato la scuola d’alta moda e ho lavorato per anni in un’azienda tessile in Marocco. Nel 1999 sono andato in Francia per lavoro e lì mi hanno offerto un impiego in una grossa azienda di abbigliamento. Nel 2007 sono poi venuto in Italia e, quando ho saputo che qui cercavano, ho presentato domanda e sono stato assunto immediatamente”.
AAA sarte cercasi
La cooperativa sociale Emmaus, di cui fa parte la Sartoria È, si occupa di dare lavoro a persone svantaggiate o che sono fuori dal mercato del lavoro. “Ma chiunque può fare domanda – spiega Ruga – Ovviamente prediligiamo persone che sono disoccupate, ma cerchiamo sempre uomini e donne qualificati e appassionati. Qui tutti i dipendenti vengono assunti per qualche mese per la formazione, poi se li riteniamo validi vengono confermati a tempo indeterminato”.
Fonte: http://www.novaratoday.it/economia/intervista-sartoria-lavoro.html